Appena arrivato alla dogana mi sarei messo a piangere! C'era una fila immensa di altri stranieri come me ( i cittadini Giapponesi seguono un altro iter) in attesa del fatidico timbro sul passaporto. Nonostante la moltitudine la fila scorreva velocemente grazie anche ad un impiegato molto vicino all'età pensionabile che vestito come un poliziotto, con tanto di paletta, indirizzava diligentemente le persone ai vari sportelli liberi. A proposito, su circa 15 sportelli doganali aperti ce ne erano aperti appena.... 15 (proprio come succede negli uffici pubblici in Italia).
Comunque ottenuto il timbro sul passaporto, recuperato le valigie e superato il controllo (non effettuato) dei bagagli siamo usciti ed entrati ufficialmente
nel mondo Giappone.
Ad aspettarci c'era mio cognato. Dopo i saluti ci siamo diretti a a bere il mio primo ice-coffee, quello che sarebbe poi diventato il mio soft drink preferito dei miei soggiorni in Giappone. Dopo esserci rilassati ci siamo diretti al parcheggio pronti per la partenza verso casa dei suoceri.
Appena le porte a vetri scorrevoli del terminal si sono aperte per lasciare libero accesso al parcheggio, ma soprattutto lasciando alle spalle l'amata aria condizionata, la sensazione è stata pazzesca. L'afa era allucinante, i jeans mi si sono letteralmente attaccati alla carne stile muta da sub e sulle braccia mi si sono arriciati i peli (giuro!). Per me che il caldo è una delle cose più fastidiose del mondo.... l'inizio non era male!
Gianni, l'dea di vederti coi peli ricci tipo batuffolo è inquietante!
RispondiEliminacomunque devi assolutamente proseguire il racconto che è molto avvincente!
Ciao!
RispondiEliminaE Piacere di conoscerti,
si devo ammettere che i peli ariciati sono degni di un film dell'orrore, o meglio ancora di un B-movie!
ti ringrazio per i complimenti al racconto
Gianni